lunedì 1 settembre 2008

E tu, che cittadino sei?

by Isabella Bellini Bressi
Qualche riflessione dopo questo weekend: dunque, Isabella Bellini Bressi attualmente sente di essere cittadina di serie B, probabilmente, visto l'andazzo, in via di retrocessione. E' ufficiale!
Se fossi stata cittadina di serie A come Gianfranco Fini, sicuramente avrei avuto modo di fare il bagno a Giannutri, pensando forse di farla franca o ritenendo di potersi fidare del personale dei Vigili del Fuoco, conoscitori decisamente attenti di quei luoghi, delle sue meraviglie e dei suoi divieti.
Se fossi stata cittadina di serie A avrei preso un treno esattamente come gli ultras del Napoli, senza pagare, togliendomi lo sfizio anche di dare qualche bastonata ai vetri o ai sedili (provocando ingenti danni, ma tanto chissenefrega, sono di serie A io, pagano quelli dalla serie B in giù!), il tutto con il lasciapassare di Questore, Forze dell'ordine, dello Stato insomma.
E invece sono una cittadina di serie B, che ieri sarebbe stata fatta accomodare fuori da quel convoglio con il biglietto in mano già convalidato (dunque perso, o sbaglio?) per lasciare il posto a quei cari ragazzi; o che, se in cerca di riposo sulla scalinata dell'Altare delle Patria o davanti all'Arena di Verona, avrebbe ricevuto una bella multa e una strigliata dai vigili urbani perchè "Lì non si può più stare, i turisti sporcano, lascianobricioledappertutto, sciò sciò! Andate a casa vostra!"
Volevo solo capire se simili contraddizioni in altri Paesi esistono: qualcuno ne è a conoscenza? E se sì, appare un minimo di indignazione che si concretizza in atti concreti, da parte della cittadinanza, che potremmo prendere come esempio? o come noi, stanno tutti a guardare?

1 commento:

Gianfranco Leonelli ha detto...

Io la chiamerei voglia di normalità. In fondo è il problema dei problemi italiani. Da noi prima di cercare un paese migliore si deve, purtroppo, cercare un paese dove certi "diritti" sono normali. A volte ci si chiede il perchè tutto ciò accada, se per una sfortunata combinazione genetica o per una precisa macchinazione politica. Io penso che non siano credibili queste due ipotesi e che una prima risposta vada cercata nell'esigenza che fare il proprio dovere non sia un optional. In un modo di furbi spesso i diritti vanno confusi con i privilegi e le prepotenze. Io sono sempre più convinto che in Italia ci sia bisogno di una "rivoluzione culturale".