lunedì 5 maggio 2008

Le scelte di un'amministrazione

by Isabella Bellini Bressi


Vivo oggi, come ogni lunedì mattina, lo sconforto post visione Report.
La puntata di ieri sera verteva sul piano regolatore, lo strumento che "decide la sorte di una città". La città in questione è Roma.
60 minuti, in cui è stato possibile vedere quanto e cosa, in questi ultimi 15 anni, l'Amministrazione Comunale ha concepito in materia di urbanistica, pianificazione ed assetto territoriale, concezione delle nuove aree residenziali (le Centralità), decentramento dei servizi. Tor di Quinto (con riprese sulla strada ANCORA priva di illuminazione, dove è stato compiuto quell'efferato delitto qualche mese fa), la Bufalotta, l'Anagnina, la Romanina.
Come si è regolata e quali sono stati i rapporti e le scelte che ha dovuto compiere per portare avanti una propria progettualità.
Semplicemente mi chiedo per quale motivo noi italiani, nelle comparazioni con gli altri Paesi europei, usciamo sempre con le ossa rotte.
Mi chiedo perchè a Parigi e a Madrid (i due esempi riportati), il tema della costruzione dell'edilizia popolare e pubblica è concepito in maniera radicalmente opposta. Sono capitali come la nostra Roma, più o meno lo stesso numero di abitanti, simili difficoltà di integrazione e di vivibilità.
Eppure in quelle esperienze, non so, traspare che il pubblico agisca pensando al cittadino e ai molteplici fabbisogni da esso derivanti.
Nel caso di Roma invece, da quanto si può evincere dall'inchiesta giornalistica, sembra che tutto sia stato fatto in funzione (o quanto meno principalmente) dei Caltagirone, dei Toti, dei Scarpellini. Dei privati. Dei costruttori. Di chi "fa le case" e non di "chi le abita" e di chi vive in un quartiere.
Perchè?
Sarà stato lo sconforto, ma l'ultima domanda che mi è balenata è stata la seguente: se avessero trasmesso la puntata un mese fa, Rutelli sarebbe mai arrivato al ballottaggio con Alemanno?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe arrivato uguale perchè il pubblico di Report è un pubblico di nicchia.

La sinistra è bravissima a criticarsi.

La base non è in sincrono con la dirigenza. Come si cambiano i dirigenti di un partito politico?

massimo ha detto...

Caro Matteo,
io non voglio, con queste domande, fermarmi alla critica pura e semplice che finisce lì e non porta da nessuna parte.

Da abitante di un'altra città sono rimasta sconcertata nell'acquisire queste informazioni (8000 domande di condono accettate per abusivismo edilizio nel parco archeologico dell'Appia antica. ACCETTATE!...).
E mi sono chiesta - sempre da cittadina: alla luce di questi fatti, come mi sarei comportata se avessi votato a Roma? Non è una critica, è una considerazione che pongo.

E' un punto delicatissimo, potrebbe anzi attirare molte critiche. Però me lo chiedo. Non mi voglio fermare alla critica, vado oltre.

E la meditazione è lunga...

Ultima cosa: nel caso specifico mi sto riferendo all'ambito dell'amministrazione di un ente pubblico, non di un partito.

Isabella