mercoledì 25 giugno 2008

La voglia di resistere

by Gianfranco Leonelli
Caro Blog, ti scrivo per non sentirmi solo. In questo momento in cui molte speranze e molte premesse sembrano sciogliersi come neve al sole, così rinchiusi verso la ricerca del particolare e perdendo di vista l' interesse generale, dove perfino la parola "radicamento" rischia di essere interpretata come "si salvi chi può" , dove chi cerca di condividere qualche idea per dare significato ad una militanza può passare per un "tramatore" pericoloso, dove l' agenda delle "priorità ufficiali" da affrontare rischia di perdersi nel ridicolo, credo proprio che l'unica cosa che mi rimane sia la voglia di resistere.

5 commenti:

massimo ha detto...

Riflessione libera...

L'altra sera si parlava in una piazzetta, con altri 3 amici. Tre persone che reputo la pensino come me, con cui ho sempre degli scambi piacevoli e costruttivi.
E si parlava, si proponeva, si individuavano le criticità.
Siamo l'emblema della resistenza? Dell'andare avanti qualunque cosa succeda? Di continuare a spendersi per ribattere, per rilanciare di fronte ad un piattume smisurato, che su un altro blog qualcuno ha definito "acquamineralesgasata"?

E in una riflessione notturna, post post post riunioni, di fronte alle bietole di Bolognini, con P. siamo arrivati a questa conclusione: quando ci opponiamo, quando critichiamo, quando vogliamo proiettarci nel futuro prossimo, cosa facciamo esattamente? Stiamo resistendo o c'è dell'altro?

Stiamo facendo antipolita! Siamo persone che "vivono" per la Politica, che in questa fase fanno antipolitica all'interno di un partito già stanco. Fanno un'antipolitica di ricerca, di analisi, di scelte.
Non l'antipolitica populista e generalista "dello scrutatore non votante".

E sta cosa, questo sentirmi un'antipolitica per un attimo mi ha fatto brillare gli occhi.

massimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Caro Gianfranco, siamo in tanti in questa fase.
Io mi chiedo: sono sempre stata abbastanza appassionata alla politica eppure in questo momento mi sento come alla finestra, comunque osservo. Non mollo.
Forse la passione si è un pò smorzata.
Cmq sono sicura che è soltanto una fase, che un cambiamento ci sarà, e che dobbiamo contribuire a far sì che questo neo-partito continui... perchè la vedo veramente male, non so alle prossime consultazioni che "picchiata" ulteriore, possiamo rischiare!
Siamo in una fase in cui veramente non sappiamo come si procederà, per cui .... il disorientamento è diffuso..

Anonimo ha detto...

La voglia di resistere ... si rimane, ma voi come vi ponete di fronte a questo partito, il PD, che rispetto al giudizio dato da Di Pietro del "m............ccia", si è limitato a commentare la forma e cioè: "non si condivide in quanto linguaggio truculento" (vedi Finocchiaro) e invece non ha commentato il contenuto della questione (la questione delle intercettazioni tra il "solito" e Saccà) ???????
ci lascia tutti interdetti....

massimo ha detto...

E' il viziaccio italiano di fermarsi alla forma, e di non affrontare mai la sostanza delle cose.

Non può, dico io, essere una scusante, essere il motivo principale per cui non scendere in piazza. Come ho già avuto modo di dire, tutto questo fair play mi sembra finto e controproducente. Ora siamo tutto lord inglesi. E' un pò ridicolo, ecco tutto.

E poi Di Pietro avrà utilizzato un termine troppo forte, ma dalle intercettazioni emerge questo. Altro che!