lunedì 25 agosto 2008

L'ennesimo coniglio dal cappello

by Isabella Bellini Bressi

Sabato pomeriggio, alla Festa Nazionale del PD di Firenze, Goffredo Bettini ci ha illuminato con un'altra fantastica trovata: avviare una stagione di referendum da promuovere e strutturare all'interno dei Circoli affinchè la base possa dare indicazioni su tutte le posizioni prese dai vertici del Partito.
Quindi dopo le primarie, le ampie consultazioni e le petizioni, iniziamo anche con i referendum, per capire cosa ne pensa la base del tema "PD ed Europa", o di quello "PD e laicità", solo per citare alcuni esempi ...

Ecco, la lettura di questa entusiasmante proposta mi ha fatto ritornare in mente il filmato che qui vi ripropongo, in cui un fantastico Guzzanti imita Funari facendogli dire la sua visione del referendum. Se non volete vederlo tutto, il pezzo citato si trova dal terzo minuto.

A questo punto mi chiedo: a quando le estrazioni del lotto? Perchè secondo, fra un mesetto o due ci arriviamo, eh...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

è proprio un brutto momento per il partito democratico,sia a livello nazionale sia a livello locale
sembra diventato un insieme di gruppi e di bande in lotta tra loro,in cui non importa quanto vali ma da che parte stai

Gianfranco Leonelli ha detto...

La particolare costruzione del PD non poteva non generare la nascita delle "sensibilità" che, come noto erano già presenti sia nei DS sia nella Margherita. Io credo che la cosa più importante sia contribuire alla causa comune verificando, anche, se vale la pena organizzarsi secondo le idee assonanti in modo costruttivo e trasparente per dare una maggior efficacia all'azione del PD. Altrimenti si rischia di cadere nella depressione lasciando ai soliti "altri" l'iniziativa politica.

massimo ha detto...

"...se vale la pena organizzarsi secondo le idee assonanti in modo costruttivo" scrive Gianfranco.
Se viene sottolineato questo concetto, allora mi viene da pensare: tutte queste sensibilità presenti che scopo hanno, se non quello di costruire qualcosa?

Attualmente vedo una struttura ben assodata e in parte già sperimentata ed individuata come funzionale (anche qui: a cosa? a chi? Ma ultimamente sono troppo malpensante per esplicitarlo, mi autocensuro!): penso sia più che "umano" capire e valutare quanto questo modo di "fare politica" si sposi con le proprie idee e i propri valori, prima di fare passi ulteriori lungo questo tragitto.
Con questo voglio semplicemente dire di stare attenti a chiamarla "depressione": non penso sia esattamente questo, a volte è il prendere atto di essere, per come si è, nel posto e nel momento sbagliati. Cioè, esattamente il contrario del deprimersi...

D'altra parte Gianfranco per me ha ragione quando in soldoni dice "Armiamoci e partiamo!": perchè è così, è giusto che sia così. Cioè, chi è dentro un'organizzazione e avverte disagio ma contestualmente attrazione per tutto ciò che vi è dentro, deve avere il coraggio e trovare tempo ed energie per impegnarsi e proporre realmente un modello alternativo di struttura, di classe dirigente, etc.

Ma perchè tutti lo scrivono e nessuno lo fa? In questo vi propongo la lettura di un post di Ezio Gabrielli, su Antelitteram, che si chiede: che fine ha fatto l'ambizione di diventare classe dirigente del PD?

http://www.antelitteram.info/?p=1017

Non sarà tutto ciò, se perpetuato, a generare realmente depressione?

Gianfranco Leonelli ha detto...

Una volta si chiamava "presa di coscienza" ed era la scintilla che all'improvviso spingeva le persone a credere che si sarebbe potuto vincere, che l'obiettivo non era impossibile. C'è in giro una grande preoccupazione su come si sta organizzando il PD o mi sbaglio? Ci sono molte persone che sentono il bisogno di coerenza tra le aspettative generate dalle primarie ed il reale "funzionamento" del nostro partito o mi sbaglio? Io credo che valga la pena di provare a vincere. In fondo si tratta, come dice Isabella, di organizzarci e fare politica.