Nel panoramico politico italiano, la scelta di milioni di cittadini di far nascere un partito, il PD, che non fosse un "nuovo" partito ma un partito "nuovo" è l' azione più importante degli ultimi venti anni. I cittadini che si stanno impegnando e comunque hanno dato la fiducia al nostro partito sono portatori di tradizioni importanti che sentono l' esigenza del "cambiamento", ma questo cambiamento può essere solo una questione di nomenclatura? Non dovrebbe essere anche e soprattutto una questione di metodo e di obiettivi? Le ultime elezioni politiche hanno mostrato l' importanza del radicamento territoriale che non può essere solo propaganda e promesse spesso difficili da mantenere, ma soprattutto "azioni" che danno corpo alle nostre iniziative politiche. Come noto innovare non vuol dire fare le stesse cose di prima, magari meglio, ma fare cose nuove, adeguate alle esigenze di un Paese che cambia molto più velocemente di quanto può sembrare da una lettura poco attenta della situazione. Io penso che per raggiungere questo risultato sia necessario l'impegno di tutti e che ci siano all' interno del PD grande capacità, volontà e generosità che ci permetterà di vincere anche questa sfida di progresso.
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3 commenti:
L'auspicio di Gianfranco penso sia quello di tutti noi...
Non so, forse in altre realtà (penso a Roma, o a Bologna, o in Toscana...), da tradizione, avevano già intrapreso questa strada, ovvero quello di creare luoghi presenti nel territorio, fornitori di servizi e di consigli, accoglienti, capaci di fornire indicazioni e rapide risposte.
Onestamente, nei miei anni di militanza nei DS, la sezione non era vissuta così. E forse, anche per questo motivo, la sua assenza in quel territorio specifico si sentiva. Quantomeno l'attività era "limitata" ai momenti di campagna elettorale.
Il lavoro che questo Direttivo sta impostando per i prossimi mesi va invece in tutt'altra direzione, in quella direzione che Gianfranco auspica nella parte finale del suo intervento.
Sono convinta di ciò. E sono ancora più convinta che continuare lungo questa strada non potrà che premiarci.
Tra l'altro ho sempre pensato, in generale e non specificamente nell'ambito politico, che se una cosa nel passato non veniva fatta o proposta non è detto che oggi, in questo presente, non costituisca la giusta via.
Condivido in pieno l'intervento di Leonelli anzi mi fa piacere che queste cose vengano dette, ed anche condivise dalla Coordinatrice del circolo. Perchè Gianfranco ha detto che per essere veramente "nuovo" questo partito deve cambiare non solo nella nomenclatura, ma anche nei metodi (e questa è una via già intrapresa, almeno nella nostra realtà), ed anche sulle idee!!
cioè sugli obiettivi che la politica del PD si deve porre, alemno io credo.
Sui grandi obiettivi, su scala nazionale, credo la vecchia nomenclatura non cambierà mai! Penso che sui personaggi appena eletti chi ha voglia di vero rinnovamento dei contenuti della politica non si senta affatto tranquillo. Io ci ho creduto fino a poco tempo fa, ma ora mi pare di avere aperto gli occhi, e l'analisi che mi viene da fare è veramente molto triste.
Per dirne una: la Finocchiaro, che ho sempre stimato, mi viene fuori con le uscite che tutti noi sappiamo! Mi pare che incomincia ad esserci un grosso scollamento tra noi e loro.
Il timore di Catia è condivisibile.
Lo scollamento, la distanza che va a generarsi tra gli eletti e gli elettori/sostenitori/iscritti, sarebbe un errore gravissimo.
Anche per questo motivo ritengo fortemente necessario arrivare alla conclusione del percorso per la costituzione di uno Statuto regionale, in cui compaia almeno un richiamo proprio a questo: gli eletti devono rapportarsi alla base, devono poter essere valutati nei meriti e nelle peculiarità da coloro che li hanno scelti. E queste valutazioni devono avere un peso specifico enorme.
Questa è la norma che vorrei vedere nel Partito Democratico, sarebbe una delle tante Novità rigeneranti.
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