lunedì 18 agosto 2008

Primarie a Firenze

by Catia Rossetti

Vi vorrei segnalare quanto sta accadendo a Firenze a proposito della scelta del candidato alle prossime elezioni amministative del 2009.
Vorrei porre l'attenzione su un articolo del Corriere della Sera di domenica 10 agosto dal titolo: "L'assessore sceriffo: primarie vere o scateno la rivolta". E nel rigo sopra il titolo: "Firenze..... E la base è con lui".
Il fatto: Graziano Cioni (cioè "quello" dell'ordinanza contro il lavavetri abusivi) ha deciso di contrastare chi, come Roma e parte dell'establishment del parito fiorentino e toscano, ha deciso di "trasformare in una burletta" le primarie del PD per l'elezione, nel 2009, del nuovo sindaco.
"Vogliono primarie di coalizione per imporre un paio di candidati del partito senza consenso popolare - spiega Cioni. Insomma, si rifiutano di far votare la base, la gente, il popolo" ha dichiarato.
E' ovvio che Cioni farà la sua battaglia perchè è interessato alla propria candidatura, ma se ha il consenso della base e della cittadinanza, perchè no?
Perchè non può essere uno dei candidati alle primarie di Firenze, come invece non vorrebbe l'establishment?
Di fronte a questa situazione gli elettori come pensate che si comporteranno al momento del voto?
Secondo recenti sondaggi il 50% (circa) degli elettori voterà cmq PD, ma l'altro 50% (circa) che farà? Se si astiene: il candidato voluto dall'establishment avrà tutti i voti del pd (ma saranno drasticamente diminuiti), se invece quest'altro 50% si troverà meglio rappresentato da altra compagine politica, saluterà il PD e cambierà il proprio voto. E quindi anche in questo caso il totale del PD sarà diminuito. Spero che non si verifichino nessuna delle due ipotesi, ma mi chiedo che strada vuole prendere questo partito?

8 commenti:

massimo ha detto...

Sempre perchè non trovo le parole,
a che piano stiamo secondo voi?

Io ho aperto il paracadute, sapete come è? Lo spirito di sopravvivenza chiama!

Gianfranco Leonelli ha detto...

Io non conosco bene gli affari fiorentini ma penso che bisogna evitare di continuare a far finta che non sia successo nulla e che il PD sia soltanto una sigla all'interno della quale due vecchi partiti (DS e Margherita) cercano di riciclarsi, mostrando soltanto una immagine più accettabile. Sono stufo dei politici più realisti del re, coloro, tanto per capirci, che ritengono che non può cambiare nulla perchè "il potere è il potere" ed è imperativo "vincere" poi si vedrà. A questi personaggi vorrei consigliare la lettura dell'intervista di Nanni Moretti, l'articolo di Eugenio Scalfari e la riflessione di Walter Veltroni sul "pensiero unico". Se non si ha il coraggio di proporre una "rivoluzione culturale" contro il conformismo berlusconiano e tutte le sue conseguenze sociali (apatia, rassegnazione, solo i più furbi riusciranno, è inutile cercare di cambiare, chi si accontenta gode, tutti i fini giustificano i mezzi, ecc), si è destinati alla sconfitta per molto tempo ancora.
Le nostre tradizioni non possono essere utilizzate per sostenere modelli sociali in cui trionfano i migliori difetti della borghesia italiana. Un partito rappresenta solo uno strumento che senza un modello di riferimento sociale, culturale ed economico-industriale, non serve quasi a nulla.

massimo ha detto...

Particolarmente d'accordo con l'ultimo passaggio: se non gli dai un contenuto non serve a niente.
E' assurdo che non venga presa di petto questa situazione.

Ad oggi vediamo solo battagliette, schiaffettini, spintarelle. Non abbiamo un gareggiare, in nome del pluralismo, con la forza delle idee, tramite un metodo "olimpico". Ma con la forza del "stai dalla mia parte, altrimenti sei fottuto". Per questo, se non discutiamo di contenuti, non usciamo dal baratro. E con questo non invoco il congresso: ci sarà diamine anche un altro modo per portare avanti certe idee facendo realmente uscire fuori il pluralismo, anche quello di provenienza?

Anonimo ha detto...

Gianfranco ha centrato la questione: "Se non si ha il coraggio di proporre una "rivoluzione culturale" ... si è destinata ad una sconfitta".
La "rivoluzione culturale" però la possono proporre solamente soggetti nuovi, ma guarda che lotte per non far avanzare chi anche all'interno del Partito sarebbe in grado di proporre "una rivoluzione culturale".
Cioni (porto il suo caso solo come esempio) è avversato dal Partito(ma non dai cittadini nè dalla base del Partito) è colui che ha elevato multe ai senzatetto per "bivacco indecente", ha anche realizzato la ZTL più grande d'europa (corriere della sera del 17 agosto). Questi sono due esempi di cosa significa realizzare una "rivoluzione culturale", che mira appunto ad affrontare alcune tematiche in modo diverso, modalità che potrebbe sembrare più vicino al centro-destra ma, a quanto pare, i cittadini hanno gradito e sono pronti a sostenerlo.
Siamo pronti per questa rivoluzione culturale?
(poi ce ne sarebbero altre, si potrebbe fare l'elenco..)

massimo ha detto...

Per ritornare sulla questione delle primarie e sulla resistenza che, nonostante Regolamenti e Codici di cui il partito stesso si è voluto dotare, continua ad essere posta rispetto al loro democratico utilizzo, un amico ben inserito a Roma, candidamente un giorno mi dice una cosa che, diciamo, teoricamente non fa una piega.
Le primarie, come tutte le elezioni, sono un valido strumento. Ma essendo una vera e propria competizione elettorale, e come tale in grado di portare frizioni, lotte e scontri, ogni qual volta potranno essere evitate lo si farà senza troppe lacrime.
Cioè, pur di salvaguardiare la calma interna e di non creare tsunami devastanti, se si riesce a trovare l'accordo di segreteria "chissenefrega" di far votare la base.

Ripeto, teoricamente non è un ragionamento sbagliato. Lo abbiamo visto l'anno scorso, con le primarie interne per la scelta del candidato alla Presidenza della Provincia di Ancona. E' andato tutto bene, una bella esperienza, ma il movimento e la contrapposizione ci sono stati! e quanto poi!
Nonostante questo rimango del parere che devono essere fatte, senza nessuna svendita, per le posizioni importanti da un punto di vista Istituzionale. Punto. Vanno fatte. E quanto succede a Firenze non mi piace.

Anche solo per il fatto che per mesi questo partito le ha sbandierate come innovazione suprema.
La forma non fa il contenuto: ma quest ultimo dovrà prima o poi cedere, e che diamine!

Anonimo ha detto...

Sai la mia unica preoccupazione, la più banale (ma pare trascurata) è quella di perdere voti.
Per cui vorrei che ci fossero candidati personaggi che godono di largo consenso.
Non mi pare che i personaggi "imposti" siano quelli che godono di un largo consenso (infatti abbiamo già assistito a delle dèbacle in diversi comuni di Italia), per cui io non ho interesse che il candidato sia x, o y, o zeta, voglio solamente che questo partito vinca le elezioni (amministrative, politiche, ecc.).
Mentre sembra che qualcuno pur di imporre un candidato, che non gode di largo consenso, preferisce rischiare di perdere le elezioni.
(es. non mi dite che con Rutelli a Roma si poteva pensare di vincere!, è stato corso un grosso rischio e si è pagato!)

Anonimo ha detto...

Aggiornamento:

sembra che Letta abbia asserito:

"Le primarie devono essere fatte bene. Altrimenti scatta il pulsante dell'autodistruzione".

Mi sembra in linea con questo post.

Speriamo bene!

massimo ha detto...

Dopo la proposta di Bettini e dei suoi referendum, rettifico totalmente quanto affermato nel #3 commento: W il Congresso!! ma facciamo sto cavolo di congresso, porca miseria, in cui vi siano mozioni che parlano di organizzazione e di contenuti.
Ma che diavolo gli sta prendendo a tutti? Giocano a chi la spara più grossa...

Della serie: si stava meglio quando si stava peggio.