lunedì 27 ottobre 2008

"I nostri figli disabili non siano discriminati"

I genitori di bambini con handicap scrivono al ministro dell’Istruzione Gelmini: "Le nuove norme da lei pensate e approvate dal Consiglio dei ministri non sono incoraggianti"
AL MINISTRO Mariastella Gelmini
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Giorgio Napolitano
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Silvio Berlusconi
20 OTTOBRE 2008

Onorevole Ministro,

siamo il Gruppo Genitori Tosti in Tutti i Posti Genitori di ragazzi con l’handicap o disabili che la scuola al momento viaggi su mari tempestosi, è poco ma sicuro… e non si sa dove si approderà e in quali condizioni. Di questo panorama abbastanza fosco vorremmo affrontare un aspetto: quello dell’inserimento dell’alunno disabile.

Sono tanti gli ostacoli che i nostri figli incontrano nel loro percorso scolastico FIN DALL’ASILO NIDO : sostegno insufficiente, educatori inesperti e impreparati , ascensori in cui non passano le carrozzine, libri in braille mai presi in considerazione, personale dedicato all’assistenza durante i pasti o per l’accompagnamento in bagno non in grado di affrontare con professionalità l’assistenza all’alunno disabile.

E non parliamo soltanto della scuola dell’obbligo , è necessario per quanto riguarda i bambini disabili e con handicap prevedere serie forme di sostegno già dall’inserimento all’asilo nido e continuare fino alle scuole superiori , l’Università è poi un altro capitolo.

Possiamo parlare di integrazione, di inclusione, di ausili, di diritti… quale bambino disabile iscritto a scuola non ha diritto ai giusti ausili? Le circolari parlano chiaro: peccato che poi nessuno abbia i soldi per acquistarli. I benedetti ausili costano tutti un’esagerazione, e se gli ausili ci sono, salta sempre fuori la norma di sicurezza per cui non possono essere messi in classe, e a ben guardare, di questi tempi ci si accorge che molto spesso l’inclusione in realtà fa presto a diventare esclusione.
Poi c’è lo studente disabile grave che sta in carrozzina, non si muove, non parla, o parla in tempi lenti e difficoltosi, a volte un po’ a sproposito e a voce troppo alta, insomma situazioni diverse e strampalate su cui spesso né la scuola né il mitico Gruppo composto da svariati personaggi dell’ASL ha strumenti adeguati per capire, per accettare. Eh sì… e, dicono gli esperti, cosa potranno mai apprendere a scuola questi bimbi?

Perché gli “esperti” ( esperti di che poi?) non conoscono la C.F (comunicazione facilitata) oppure la CAA (comunicazione aumentativa alternativa).

Poi, alle scuole superiori l’intreccio infittisce. Se un alunno disabile grave è riuscito a passare indenne dalle scuole elementari e medie, raggiungendo risultati ragionevoli magari con tecniche e ausili specifici, quando arriva alle superiori il solo fatto della disabilità decreterà la sua esclusione non dalla scuola, ma… dall’istruzione! Al disabile grave verrà proposto fin dall’inizio un programma differenziato, tanto lui che se ne fa del diploma? Lo appenderà in camera sua? Tanto non potrà mai utilizzarlo… e via così.

Se invece i genitori rifiutano il percorso differenziato, bene, allora il ragazzo disabile dovrà fare tutto il programma come gli altri, difficile però trovare insegnanti di sostegno in grado di sostenere egregiamente lo studente e i genitori che quotidianamente debbono lottare contro questa cecità ottusa vengono tacciati come genitori che non accettano le limitazioni del figlio.

Le nuove norme da Lei pensate e approvate dal Consiglio dei Ministri non sono certo incoraggianti (dal rapporto 2008, revisione della spesa pubblica, Ministero della Pubblica Istruzione, pag. 246).
Complimenti… eravamo all’avanguardia per l’integrazione degli alunni con handicap nelle scuole “di tutti”… ora ci adegueremo ai Paesi più avanzati, dove le scuole sono soltanto “di qualcuno”. A quando il ritorno alle differenziali?!

Ma… la nostra Costituzione ancora in vigore dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge… il che dovrebbe significare che godono di uguali diritti. È vero che non viene menzionato l’handicap, ma appunto, non essendo menzionato ci rientra.

Uguali diritti comprende anche il diritto allo studio. Che non significa diritto a stare nella struttura a debita distanza dai coetanei. Significa istruzione, insieme ai coetanei e con quanto è necessario per l’apprendimento: così come sono necessari libri e quaderni, possono essere necessari programmi per il computer, sintetizzatori vocali, lettori ottici, banchi speciali e… soprattutto… è necessario capire che l’alunno disabile non è un mondo a parte, un giocattolo con cui farsi belli tanto non potrà mai reagire. È una persona come i suoi compagni, con altre modalità di rapporto e di vita, una persona che può imparare molto e insegnare molto, come tutti i suoi compagni. E cacciarlo via, isolarlo nello stanzino o nel corridoio e fare del tutto per farlo sentire e percepire come diverso, sarebbe una perdita grande, alla quale ci ribelleremo con tutte le nostre forze.

Siamo preoccupati , ma dire preoccupati è riduttivo e se i nostri figli per ovvi motivi non possono far valere i loro diritti NOI SAREMO LA LORO VOCE.

I nostri figli FANNO PARTE degli uomini e donne di domani e noi genitori vogliamo essere ricordati per quelli che hanno costruito e non per quelle persone che sono rimaste inerti ad assistere allo sfacelo anche della scuola.

IN attesa di un suo riscontro ai numeri e indirizzi sotto elencati porgiamo cordiali saluti

Tratto da rassegna

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