mercoledì 29 ottobre 2008

Scuola, il Senato approva il dl Gelmini

Adesso è legge. Gli studenti non tolgono l'assedio a Palazzo Madama. "Noi da qui non ce ne andiamo". Domani lo sciopero nazionale
Il Senato ha approvato, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola. 162 i voti a favore, 134 i contrari e tre gli astenuti. Il provvedimento era stato già approvato il 9 ottobre dalla Camera, ed è legge da oggi. La tensione a Roma è alta, le agenzie di stampa riferiscono di una carica di alleggerimento della polizia sotto a palazzo Madama. “Noi da qui non ce ne andiamo, Gelmini, Gelmini vaffa”, è uno dei cori intonati dagli studenti. E proseguono i preparativi per lo sciopero generale di domani proclamato dai sindacati, con una grande manifestazione che si terrà a Roma.

Gelmini, si torna alla serietà
“Si torna alla scuola della serietà, del merito e dell'educazione”. A dirlo è il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, dopo l'approvazione del decreto legge da parte del Senato: “Provvedimenti come il voto in condotta contro il bullismo, l'introduzione dell'educazione civica, dei voti al posto dei giudizi, il contenimento del costo dei libri per le famiglie e l'introduzione del maestro unico sono condivisi dalla gran parte degli italiani”. Così ha concluso: “Ringrazio il governo e la maggioranza parlamentare per il sostegno al provvedimento”. “Entro una settimana presenterò il piano sull'università”. A dirlo è il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, dopo l'approvazione del decreto sulla riforma della scuola da parte del Senato.

Pd e Idv pensano a referendum abrogativo
La legge Gelmini “incostituzionale” e il Partito democratico, insieme all'Italia dei valori, avvierà una raccolta di firme per il referendum “che è uno strumento assegnato dalla Costituzione". A riferirlo è la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, scesa dal palazzo in corso Rinascimento per incontrare gli studenti che da ieri manifestano contro la riforma. Secondo Finocchiaro il dl è incostituzionale “perché non ha la copertura finanziaria, e questo lo ha dimostrato in aula il senatore Morando: non c'erano i requisiti di necessità e urgenza per un decreto che è lo strumento con il quale l'esecutivo pretende di governare, e inoltre sei Regioni ricorreranno alla Consulta”.

Udu e Uds, atto grave e irresponsabile
“L'approvazione del decreto Gelmini è un grave atto di irresponsabilità politica”. A dirlo è l'Unione degli studenti: “Il governo e la maggioranza non hanno minimamente tenuto conto delle centinaia di migliaia di studenti, insegnanti, famiglie scese in piazza in questi giorni.. Resteremo ora ad assediare il Senato e saremo domani in piazza per lo sciopero generale della scuola: continueremo a batterci per una scuola pubblica di qualità”. “L'approvazione a tappe forzate da parte del Senato della conversione in legge del decreto Gelmini è gravissima”, afferma in una nota l’Unione degli universitari: “Governo e maggioranza scelgono di dare ancora una volta, alle tante centinaia di migliaia di giovani che in questi giorni stanno protestando per chiedere una scuola e un'università migliori, il segnale che nessun dialogo è possibile, che la loro opinione non conta e che ciò che importa è procedere secondo i piani, senza tenere conto se le manovre siano o meno condivise dai diretti interessati”. Così conclude l’Udu: “Nonostante questo ennesimo segnale, le proteste degli studenti non si fermeranno, anche per fare capire al ministro Gelmini che la sua intenzione di presentare entro una settimana un piano sull'Università è del tutto fuori luogo”.

Flc Cgil, domani grande manifestazione
“Approvare il dl Gelmini senza ascoltare le voci di protesta è un atto irresponsabile da parte del governo: non hanno sentito ragioni, sono andati avanti come un carro armato. Ma noi continuiamo la nostra battaglia”. Così Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, dopo il sì del Senato al decreto Gelmini: “Domani – ha ricordato il dirigente sindacale – abbiamo una grande manifestazione (scarica il pdf del percorso) e proseguiremo anche nelle settimane successive, cercando di allargare il movimento, discutendo e elaborando proposte alternative. Perché questa non è una riforma, ma una legge che porterà al collasso il sistema dell'istruzione nel nostro paese, tornando ai tempi nei quali il sapere non era un diritto ma un privilegio”. Tra le ipotesi, spiega Pantaleo, anche la valutazione di eventuali profili di anticostituzionalià del decreto: “Secondo noi c’è un'aperta violazione dell'istruzione come diritto di tutti, sancito dalla Carta”.

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