giovedì 12 giugno 2008

Quando la storia non riesce ad essere maestra di vita

by Gianfranco Leonelli


Vorrei condividere con voi questa interessante citazione che sembra ricordarci che la storia non sempre riesce ad essere maestra di vita.
"Nella vita di ogni popolo democratico c'è un passaggio assai pericoloso, quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente dell'abitudine alla libertà. Arriva un momento in cui gli uomini non riescono più a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Non è raro vedere pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o distratta e che agiscono in mezzo all'universale immobilità cambiando le leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi. Non si può fare a meno di rimanere stupefatti di vedere in quali mani indegne possa cadere anche un grande popolo".
Alexis de Tocqueville (1840) "La democrazia in America" Citato da Umberto Eco

4 commenti:

Unknown ha detto...

La storia non è mai stata maestra di vita, e probabilmente mai lo sarà. A partire dai fasti dell'impero romano fino ad oggi l'uomo ha sempre commesso gli stessi errori. Proprio le grandi migrazioni di più di un secolo fa portarono a intolleranze, soprusi e violenze nei confronti degli immigrati (soprattutto italiani e irlandesi). Nonostante quelle fossero migrazioni più intense e con tassi di migrazione più alti,invece di guardare al passato e imparare che la "paura fu ingiustificata", oggi dopo 150 anni abbiamo le stesse paure e le stesse angoscie.

massimo ha detto...

Il pezzo che porti all'attenzione è veramente molto bello, ogni volta che lo leggo riapre enormi spazi di riflessione, questo weekend mi ci dedicherò... E condividerò...

Io non credo che la storia sia una cattiva maestra di vita: sta lì, nelle enciclopedie, nei trattati, nei libri. Penso stia a noi ogni tanto rispolverarla, rileggerla, farla nostra.
L'errore lo attribuisco a me stessa ogni qualvolta la metto nel dimenticatoio, in maniera troppo netta ed irreversibile.

Unknown ha detto...

Ineffetti la storia non è maestra di vita non perchè non insegni, ma perchè siamo noi che ignoriamo quegli insegnamenti.

Anonimo ha detto...

BARABBA
Ho già visto quelle facce, quell'espressione in piazza del Duomo dopo le elezioni è la stessa che gridava BARABBA BARABBA!
ho già visto quelle facce in piazza Venezia quando il duce parlava affacciato al balcone le ho riviste poco dopo in piazzale Loreto quella stessa fottuta espressione.
Ho già visto quelle facce che bruciavan la strega, le ho riviste rosse in faccia che gridavano "lega!" aggredire con violenza un passante regolare che quel giorno non aveva un cazzo da festeggiare.
Ho già visto quelle facce in un autobus pieno dallo stadio ritornare affacciati al finestrino insultare, sputare, prendere a calci un bidone ho già visto quelle facce, quell'espressione .
E' la stessa che gridava BARABBA BARABBA!
Ho già visto quelle facce a un concerto a Torino aggredire con insulti un cantante italiano che cantava per il rispetto dei diritti dell'uomo le ho riviste l'altra sera in piazza del Duomo. Ho già visto quella faccia in uno specchio riflessa e l'ho odiata e se odiata con tutta se stessa è la faccia di una massa che ha bisogno di eroi che assecondino comodamente i vizi suoi.
Ho già visto quella faccia e la vedrò ancora in un'altra piazza, in un'altra ora con un altro slogan con un'altra battaglia con un'altra fottutissima coda di paglia.

Nel mio palazzo ci abita un signore anziano, da ragazzo quel signore è stato un partigiano, nei suoi occhi c'è lo sguardo di chi ha visto tanto di chi ha visto la gioia, di chi ha visto il pianto la sua faccia che la storia vuol dimenticare è la faccia che io invece voglio ricordare,
ogni volta che sarò tentato di dar ragione a quel primo che mi passa con la soluzione espressione di una massa che ha bisogno di eroi che assecondino comodamente i vizi suoi.
Ma la faccia scomoda dei bimbi africani, la fierezza negli sguardi degli uomini cubani, è un cazzotto che ci giudica continuamente e dice cerca di essere uomo prima di essere gente.

Lorenzo "Jovanotti" Cherubini (Lorenzo 1994)